Da tempo oramai si aspettava una grande mobilitazione pro TTF, e Torino non si è fatta attendere, in poche settimane si sono susseguite diverse iniziative sulla questione, dagli incontri nell'università alle azioni di mobilitazione in città, cercando di colpire i punti nevralgici della cultura neoliberista e dell'attività speculativa in città.
Il primo incontro, alla facoltà di economia, costruito sottoforma di dibattito tra due professori della facoltà stessa: Andrea Fumagalli e Filippo Taddei, rispettivamente esponenti delle posizioni pro e contro TTF, ha fatto emergere, come era prevedibile, due visioni contrapposte dei mercati finanziari.
Il punto di accordo comune tra le due visioni, altrimenti antitetiche, era la necessità di una regolazione dei flussi finanziari, anche se naturalmente gli strumenti proposti dai due professori non sempre andavano nella direzione auspicata dal comitato zerozerocinque: bloccare le speculazioni finanziarie.
In ogni caso il dibattito ha scaturito diverse riflessioni, ma soprattutto l'interesse di decine di studenti di economia, o “futuri addetti ai lavori”, che attraverso le loro critiche e le loro proposte hanno animato il dibattito.
Il secondo evento, decisamente più cittadino, ci ha visto impegnati davanti alla filiale centrale della Banca San Paolo, per un flash mob musicale e per ribadire alle istituzioni finanziarie che la Tassa sulle transazioni finanziarie non solo è fattibile, ma tassa chi questa crisi la produce.
Insieme al comitato un ospite d'onore, Roberto “Freak” Antoni, cantante degli Skiantos, accorso per sostenere la campagna pro TTF.
Al grido di “La mia banca è indifferente”, decine di cittadini hanno ribadito la loro contrarietà alle politiche di austerity europee, al diventare utenti ultimi di un modello, quello finanziario, sempre più letale ma sempre più lontano, ribadendo il nostro compito storico di informare, lottare, “fare breccia”, ribadire come il mondo finanziario non sia solo appannaggio dei pochi, ma che in questo momento è sempre più necessaria una presa di coscienza collettiva e popolare sui temi che la campagna TTF sta portando avanti, perchè solo attraverso la lotta e lo studio si può arrivare a riportare questi temi sul dibattito pubblico nazionale e internazionale, quindi è necessaria una lotta duratura, una lotta che continui, nelle città e nei dibattiti, in piazza ma anche nei punti di potere internazionali, perchè siamo sempre più convinti che l'alternativa o si costruisce almeno a livello europeo o non è alternativa praticabile.
Guarda se la TTF fosse applicata in Italia quanto potrebbe rendere:
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