VOCI VICINE
04 novembre ci sarà lo spettacolo "VOCI VICINE" , con GAD LERNER presso il teatro Coccia di Novara ingresso ridotto per i SOCI ARCI a euro 12.00
breve descrizione:
"Voci vicine" non è un'opera moralistica, né didascalica, né politica, nulla di tutto ciò, ma è un pezzo di musica contemporanea che sul momento coinvolge e, una volta usciti dalla sala, lascia un segno che fa riflettere.
Sulla scena, un giornalista, un ensemble strumentale e una moltitudine di voci e volti italiani che raccontano, denunciano, urlano con parole tese di emozione o di rabbia le ricorrenti tragedie del Bel Paese. E’ la voce dell’indignazione che l’Italia ascolta ogni giorno attraverso i propri media: una forza – o una debolezza – che scaturisce da appelli, denunce, invettive, parole a volte anche sgrammaticate e ciononostante cariche di un’impressionante energia comunicativa.
Ci sono vicine queste voci?
Il fenomeno è di ambigua decifrazione, ci bombarda e frastorna quotidianamente fra genuinità della testimonianza, recitazione artefatta e ogni sfumatura intermedia. Come amplificare queste voci a noi vicine, come attenuare il babelico brusìo che le confonde, come tentare di cogliervi un senso, magari frenando il giudizio? Traducendole.
Fabio Cifariello Ciardi ha fermato il fiume in piena, non fosse che per il breve volgere di un progetto artistico: si è imposto la raccolta e l'esame di centinaia di documenti video, e ha imposto al materiale una classificazione in temi del disagio e in luoghi geografici, persino in "stili dell'indignazione". Insomma ha imposto un ordine al disordine.
Di qui il lavoro di "traduzione" musicale: nella partitura di Cifariello Ciardi le inflessioni delle voci parlate diventano linee melodiche, ritmi, timbri di un ensemble strumentale. Traduzione da voce-che-parla a strumento-che-sembra-parlare, per cogliere l’intensità emotiva, la prossemica della parola, anche senza la parola, e dunque prima della sua stessa comprensione. Poiché, come sappiamo da quando in fasce udivamo la voce della mamma senza capirla eppure capendola benissimo, la comunicazione verbale trasmette – accanto ai contenuti – toni e pause non meno significanti, melodie del parlato, gesti, atteggiamenti, microemozioni disegnate sul volto di chi ascoltiamo.