Serata di approfondimento al circolo Fuoriluogo. il 20 aprile dalle 22.00 verrà proiettato il film Privilegi Operai di di Gianni Ubaldo Canale e Gianfranco Crua , con musiche inedite di Federico Sirianni.
E’ quasi passato un anno dal referendum di Mirafiori. Nonostante ciò, i lavoratori metalmeccanici, e quelli del gruppo Fiat in particolare, continuano a conquistare le prime pagine dei giornali, Come un anno fa sembra che dalle loro scelte dipenda la crescita di questo paese, la permanenza della grande industria automobilistica in Italia. In realtà la partita è un’altra e quando questa si insinua nei dibattiti televisivi in poco tempo i lavoratori delle linee di montaggio vengono fatti ripiombare nel loro abituale anonimato. Questi uomini e donne sono portatori di domande che non vorremmo ci venissero poste. Chiedono la libertà di esistere come persone, con diritti; chiedono di non ammalarsi per via delle condizioni di lavoro, di potersi riposare il giusto, di respirare e di potersi godere una pausa per il pranzo. In questi giorni poi, una parte di loro che forse non sarà la maggioranza, chiede a gran voce di poter avere la propria rappresentanza sindacale sui posti di lavoro, e magari di avere la facoltà di sceglierli. In altre parole questi lavoratori “privilegiati” si battono per la democrazia di tutti noi.
Trama del film:
Mirafiori, inaugurato nel 1939, è il più grande complesso industriale italiano nonché la fabbrica più antica in Europa ancora in funzione. Il cuore della FIAT, la Fabbrica Italiana Automobili Torino. Il cuore della storia del movimento operaio italiano. Oggi, un momento di crisi molto delicato per lo stabilimento e per l’industria dell’auto, riporta i lavoratori agli onori della cronaca nazionale e internazionale. Sergio Marchionne, l’Amministratore delegato della Fiat, respinto dai grandi marchi europei dell’auto sbarca in America e da qui parte per cambiare la grande fabbrica torinese. La globalizzazione ordina condizioni di lavoro che i lavoratori torinesi non possono accettare.
A questi si impone, attraverso un referendum, di scegliere se mantenere il posto di lavoro in condizioni durissime o perderlo. Marchionne è disposto ad andarsene e a chiudere la fabbrica.
Un ricatto. All’ inizio del 2011 i lavoratori votano ed i contrari al peggioramento delle condizioni di lavoro non vincono per una manciata voti. Un esito inaspettato, il ricatto viene respinto. I lavoratori non piegano la schiena.
Invece, pochi mesi dopo in una altra fabbrica torinese storica, chiusa da sei anni, la Bertone, i lavoratori accettano in sostanza il ricatto di Marchionne pur di tornare a produrre.
Questa è stata l’occasione per raccogliere le storie dei lavoratori della catena di montaggio. Un lavoro sconosciuto ai grandi media. I ritmi di lavoro sono faticosi, alienanti e molti si ammalano, tutti parlano di condizioni di inizio novecento. Sono storie di donne e di uomini che non vogliono rassegnarsi a vivere come schiavi. Loro sono gli indignati di sempre a patto che qualcuno se ne accorga.
Oggi entrambi gli stabilimenti non hanno ripreso la produzione e la data di inizio viene spostata sempre più in là nel tempo.
Ingresso riservato ai soci Arci. Prima della proiezione sarà possibile mangiare piatti italiani ed africani. Per tavolate numerose è gradita la prenotazione.