Sandro Joyeux torna a Torino alle Officine Corsare di via Pallavicino, 35 dopo il concerto per il film Cosimo e Nicole in compagnia di Verdena, Afterhours e Bud Spencer Blues Explosion, e dopo un bollente after-show alle Officine Corsare. Un regalo che è rimasto nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di essere presenti. Questa volta il concerto è interamente sul palco delle Officine: ore di musica da ballare, in un live che emana il calore e i suoni di un lungo viaggio..
Il viaggio dell’artista franco italiano Sandro Joyeux parte da lontano. Voce prodigio, tra i 10 ed i 14 anni attraversa la Francia in tour col coro della Radio Nazionale Francese, cantando dai gregoriani alla contemporanea. Con l’adolescenza arrivano gli ascolti più formativi, e gli Iron Maiden cedono il passo a Marley, ma pure a Weather Report, Marvin Gaye e Sly Stone. Le atmosfere Qawwali provengono da Nusrat Fateh Ali Khan, ma la folgorazione è l’Africa, che irrompe col maliano Boubacar Traorè.
Nel 2009 a Lille, accompagnato dal suo gruppo, i “100 Dromadaires”, Sandro apre il concerto del pianista cubano Omar Sosa e , per la “Fete De La Musique”, quello di Seun Kuti e Egypt 80 (formazione storica di Fela Kuti). Il 28 ottobre 2009 Sandrò arriva a Roma invitato da un amico per tre serate in tre club romani; 18 giorni dopo, alla sua partenza, Sandrò ha già collezionato 15 date col solo passaparola. Da allora Joyeux ha tenuto più di 200 concerti in territorio italiano; in questi concerti lo hanno accompagnato dal vivo:
Emanuele Brignola, Pape Kanoute, Piero Monterisi, Adriano Bono, Antonio Ragosta, Ilaria Graziano, Roberto Angelini, Awa Ly, Baba Sissoko, Madya Diebate e tanti altri musicisti incuriositi anche dalla sua particolare tecnica chitarristica: Sandro utilizza la cassa armonica della sua chitarra come grancassa e rullante, intreccia arpeggi dal sapore africano a ritmiche sincopate. Introduce le sue canzoni spiegandone in modo suggestivo la provenienza, il significato, la storia, anche attraverso brevi racconti dei suoi viaggi e dei
suoi tanti incontri. Le sue canzoni parlano di città lontane, Dakar, Kinshasa, Kartoum, raccontano storie di villaggi, di bambini soldato, di fiumi e di foreste in pericolo, trascinano il pubblico in un vero e proprio viaggio attraverso la musica le lingue e i dialetti di Algeria, Marocco, Mali, Senegal, Costa d’Avorio, Congo, Nigeria, Madagascar, Francia, Italia e Giamaica.
Il suo essere un “one man band” e la sua devozione per l’autostop gli hanno permesso negli anni di suonare in diverse parti del mondo, da Brooklyn a Bamako, nelle situazioni più disparate incontrando musicisti e maestri con cui ha arricchito il suo stile musicale. La sua ispirazione fortemente votata al racconto di un mondo che migra e si trasforma, ne rende il messaggio quanto mai importante ed attuale.
A seguire un’altra banda di zingari giramondo con la migliore balkan music di sempre: la Caravan Night di Dj Grissino + Webba.
Per info
www.officinecorsare.org/