TAV Torino-Lione: investimento sbagliato e fuori dal tempo, il Governo apra il dialogo con la Val di Susa

TAV Torino-Lione: investimento sbagliato e fuori dal tempo, il Governo apra il dialogo con la Val di Susa

Creato: Thu, 22/12/2016 - 13:29
di: Piemonte
TAV Torino-Lione: investimento sbagliato e fuori dal tempo, il Governo apra il dialogo con la Val di Susa
Martedì 20 la Camera dei Deputati ha votato la ratifica dell'ennesimo accordo italo-francese per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino–Lyon
Dal 1991 ogni singolo accordo di volta in volta è stato definito, dalla stampa e dai 14 governi che in questi anni hanno spinto il progetto, “storico” e portatore di una decisione ogni volta “definitiva e irreversibile”, in quella che in modo calzante Wu Ming ha paragonato all'eterna ripetizione del "giorno della marmotta".
 
Proprio la scorsa settimana i sindaci di Torino e Napoli, insieme all'Unione Montana Valle Susa e al Comune di Rivalta di Torino, avevano scritto al Governo e alla Presidente della Camera dei Deputati per chiedere la sospensione della ratifica del trattato ed un incontro in cui confrontarsi sulle priorità di investimento in tema di assetto e tutela del territorio, opere pubbliche ed infrastrutture.
 
Oltre alla crisi economica il nostro Paese si trova ad affrontare una serie di tragici eventi legati ai terremoti, alle alluvioni ed al dissesto idrogeologico, all'inquinamento dell'aria e dei terreni, oltre che gravi carenze infrastrutturali, soprattutto nel Sud Italia.
 
Risulta quindi ancora più lampante la contraddizione nel procedere con investimenti legati a grandi e onerose infrastrutture come la nuova linea TAV Torino-Lyon, in precedenza definite addirittura inutuli dall'ex Presidente del Consiglio Renzi, trascurando invece le vere necessità dei cittadini. 
 
L'imposizione manu militari un'opera che in molti considerano “inutile e dannosa” sarebbe una sconfitta per il Paese. La contrapposizione ed il conflitto possono essere superati solo da una politica intelligente, lungimirante e coraggiosa, che sappia – per usare le parole di Goffredo Fofi – stare dalla parte delle popolazioni, anziché  “schierarsi ciecamente con i concreti sostenitori e impositori di un'idea di sviluppo supina agli interessi della grande finanza, che mai è stata così cieca nei confronti degli interessi collettivi e così disinteressata a quelli degli ultimi, dei perdenti”.
 
È necessario aprire quel dialogo – leale e trasparente – che comunità e amministratori locali continuano a chiedere da venticinque anni: sospendere il cantiere di Chiomonte, smilitarizzare l'area, avviare un confronto pubblico e indipendente, con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, che coinvolga le amministrazioni e le comunità locali, nel merito delle grandezze fisiche e dei dati economici, finalizzato a valutare opportunità, praticabilità e costi dell’opera ed eventuali alternative, senza escludere a priori l'opzione zero.
 
Gabriele Moroni, Presidente territoriale ARCI Valle Susa
Giancarlo Pizzardi, Presidente regionale ARCI Piemonte
Andrea Polacchi, Presidente territoriale ARCI Torino