"Un lavoro incentrato sulle Resistenze e sul consolidamento delle reti tematiche dell’associazione"

"Un lavoro incentrato sulle Resistenze e sul consolidamento delle reti tematiche dell’associazione"

Un’intervista a Gabriele Moroni, rieletto presidente dell’Arci Valle Susa

Ci tracci un bilancio dei quattro anni già trascorsi come presidente dell'Arci Valle Susa?

È stato un periodo intenso: questo mandato congressuale ha confermato una tendenza che ci ha visti in nove anni quasi raddoppiare il numero complessivo dei circoli, senza che questo abbia portato però una crescita del numero dei soci complessivi. È un po' come se l'adesione di piccole associazioni tematiche (triplicate in questi anni), avesse in parte compensato il venir meno, o la perdita di tesseramento, di alcune realtà storiche. In questi quattro anni siamo riusciti per contro a consolidare la nostra capacità di progettare, e - dopo una fase legata al lancio del progetto di gestione della Villa5, in cui siamo stati molto concentrati sul territorio di Collegno - abbiamo rilanciato la nostra presenza su tutto il territorio, allargando il raggio delle collaborazioni, e aderendo a reti e soggetti interassociativi, come la Consulta per la Laicità delle Istituzioni.

Quali sono oggi le principali difficoltà che incontrano i circoli presenti sul territorio?

Il problema principale è rappresentato dagli spazi: spendere due/tremila euro al mese per affittare una sede da privati è una scelta difficilmente sostenibile, ma spesso è l'unica possibile per chi non ottiene in gestione spazi di proprietà pubblica. Peraltro anche quando le nostre associazioni gestiscono spazi pubblici, spesso il peso gestionale di queste strutture assorbe la gran parte delle risorse umane a disposizione, volontarie o retribuite che siano.
L'altra criticità è l'impatto della crisi, e non solo per la riduzione dei consumi culturali e del tempo libero. Molte nostre realtà associative hanno sperimentato iniziative di coprogettazione con i comuni: micronidi familiari, progetti rivolti alle donne, il teatro come strumento di integrazione sociale, la promozione del protagonismo e dell'associazionismo giovanile, solo per fare qualche esempio. I tagli indiscriminati ai bilanci degli Enti locali mettono a repentaglio l'esistenza di queste esperienze, che abbiamo costruito basate sul superamento della dicotomia solo pubblico/solo privato, promuovendo insieme alle amministrazioni pubbliche innovazione e coesione sociale.

Quali sono le priorità che caratterizzeranno il lavoro dell'Arci Valle Susa per il prossimo periodo?

Il lavoro di quest'anno è tutto incentrato sulle Resistenze, ma in prospettiva dal percorso congressuale esce anche un forte indirizzo a consolidare le reti tematiche dell'associazione, come Arci Real (Rete Arci Live), UCCA (Unione Circoli Cinematografici Arci), e la rete dell'associazionismo giovanile che sta emergendo intorno al progetto Network Giovani. Arci è sicuramente riconoscibile su questo territorio per il costante impegno per i diritti e la difesa dell'ambiente (dal percorso per il superamento dell'ospedale psichiatrico, alle più recenti campagne contro la Tav e per i beni comuni), vogliamo oggi consolidare l'immagine dell'associazione intorno al lavoro delle reti tematiche nel campo della promozione culturale diffusa e delle aggregazioni giovanili, per intercettare nuove energie associative.

(Arcireport n.18 del 10 Maggio 2011)
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