Verso l’Assemblea nazionale dei comitati territoriali

Verso l’Assemblea nazionale dei comitati territoriali

Creato: Fri, 09/10/2015 - 16:59
Verso l’Assemblea nazionale dei comitati territoriali
Arcireport, in vista dell’Assemblea dei presidenti dei comitati territoriali Arci che si terrà a Roma il 10 e 11 ottobre, ospita i loro contributi. 
 
di Gabriele Moroni presidente Arci Valle Susa
 
Il comitato Arci Valle Susa insiste sulla parte ovest della provincia di Torino: la Zona Ovest e sud-ovest dell'area metropolitana e le valli di Susa e Cenischia, del Sangone, della Stura di Lanzo, e la zona del basso Canavese. Una realtà nata nel 1980 e che oggi coinvolge più di 7000 soci aggregati circa 50 associazioni aderenti.
 
Il nostro territorio in questi ultimi vent'anni è stato attraversato dalle dinamiche provocate dallo scellerato progetto di una seconda linea ferroviaria di collegamento con la Francia, nota ai più come linea TAV Torino – Lione (anche se la velocità massima sarà inferiore ai 250 km/h previsti dalla Commissione Europea per parlare di Alta Velocità). L'opposizione popolare all'opera, l'uso della forza nello sgombero dei presidi No Tav e la successiva militarizzazione delle aree di cantiere hanno cambiato la vita delle comunità, facendo emergere tante esperienze di impegno virtuose, ma anche creando nelle stesse comunità una profonda frattura fra favorevoli e contrari all'opera. Di queste dinamiche hanno spesso risentito anche le nostre associazioni, soprattutto nei rapporti con quelle (poche) amministrazioni comunali favorevoli all'opera, ma non solo. Tutto questo non ci ha impedito di fare la nostra parte, informando su un'opera che persino un esperto di trasporti come Marco Ponti (che è stato consulente della Banca Mondiale) ha definito inutile e “di una stupidità fenomenale”.
 
In questi anni ci siamo molto impegnati nel recupero e nella valorizzazione degli spazi del Parco dell'ex Ospedale Psichiatrico di Collegno, dove oggi hanno sede tre circoli arci e – presso la Villa5 – anche il comitato territoriale. Questo impegno per restituire alla cittadinanza spazi che prima non erano fruibili, non ha però compensato completamente la crisi del modello di aggregazione di alcune strutture storiche del territorio, che sono venute a mancare per motivi legati alla proprietà delle sedi (legate spesso alla storia del PCI), ma anche per un difficile ricambio dei gruppi dirigenti. Sono calati i circoli “tradizionali”, ma è cresciuta la nostra capacità di accogliere nuovo associazionismo, associazioni che si occupano di teatro, musica, danza, attività educative e formative rivolte a bambini e adolescenti e al sostegno delle famiglie, che spesso sviluppano una molteplicità di iniziative ed attività, ma in una fase in cui non è più presente il sostegno delle amministrazioni comunali, fanno fatica a consolidare le proprie esperienze e a dargli sedi adeguate.
 
Stiamo avviando una fase di ricognizione dello stato di salute dei nostri circoli e di riorganizzazione del comitato territoriale, ed in questo percorso sarà importante il rapporto con il regionale ed il nazionale, soprattutto per quanto riguarda il tema dello sviluppo di nuova progettualità. In questo quadro intendiamo ripensare anche il nostro rapporto con i comitati della provincia e del Piemonte, immaginando di costruire luoghi stabili, non solo di confronto, ma di costruzione di attività e servizi comuni a supporto di associazioni e circoli e strumenti che favoriscano lo sviluppo di nuovo associazionismo.