Negli ultimi 40 anni l’Italia ha visto nascere e consolidarsi il servizio civile, prima rivolto agli obiettori di coscienza e, dal 2001, svolto da ragazze e ragazzi su base volontaria. Circa un 1.300.000 persone lo hanno realizzato, nonostante le difficoltà incontrate (finanziamento pubblico incerto e in calo, diversità di visioni tra Stato e Regioni, diversità di investimenti da parte degli enti). Molte di più avrebbero voluto parteciparvi. Promozione della pace in modo non armato e nonviolento, cittadinanza attiva, crescita del capitale sociale e umano della popolazione, a cominciare dai giovani, sono obiettivi comuni dell’Unione Europea e del nostro Paese.
Il servizio civile, istituzione della nostra Repubblica deputata alla difesa civile della Patria, all’educazione alla pace e all’impegno civico dei giovani, attraverso concrete attività per le comunità, può essere uno degli strumenti principali in questa strategia se le Istituzioni nazionali e comunitarie decidono seriamente di farlo proprio.
Perché questo possa accadere servono alcune scelte che sottoponiamo alle forze politiche che si presenteranno alle elezioni.
• Rendere il servizio civile accessibile a quanti chiedono di parteciparvi, rendendolo più flessibile sia per durata che per organizzazione delle attività e valorizzando i servizi civili regionali promossi in questo decennio.
• Innovare la legislazione nazionale prevedendo la stabilizzazione dell’impegno finanziario statale e regionale, aprendosi a quello comunitario, fissando procedure di coinvolgimento delle istituzioni regionali e di terzo settore nella definizione della programmazione pluriennale.
• Rendere effettiva la possibilità di «concorrere, in alternativa al servizio militare, alla difesa della patria, con attività non militari», definendo un parametro chiaro dell’impegno finanziario nel bilancio dello Stato per la difesa civile, attivandosi anche per la costituzione dei corpi civili di pace a livello europeo, come previsto da trattato di Lisbona, sancendo così la pari dignità tra le due forme di difesa della patria previste dal nostro ordinamento.
• Collegare il servizio civile, nella finalità di educazione alla pace in modo non armato e nonviolento, al processo di costruzione della sicurezza comune e del concorso dell’Unione Europea alla pace nel mondo, anche incrementando la progettazione di pace nei luoghi di conflitto e lo scambio con giovani di altri Paesi.
• Aprire il servizio civile ai cittadini stranieri residenti nel nostro Paese.
• Fare della dimensione formativa ed educativa dei giovani l’identità sostanziale a cui finalizzare le attività e il percorso di conoscenza delle funzioni delle Istituzioni pubbliche e delle organizzazioni sociali.
• Sviluppare il concorso al finanziamento del SCN da parte delle organizzazioni accreditate, valorizzando le esperienze già esistenti, salvaguardando la titolarità dell’assegno mensile per i giovani da parte dello Stato.
• Innovare la rete delle organizzazioni, di terzo settore e pubbliche, chiamate a promuovere le diverse attività, superando gli attuali squilibri di motivazione e investimento.
• Promuovere il riconoscimento dello status di giovane in SCN e la valorizzazione delle competenze, sociali e professionali, acquisite dai giovani durante il SCN.
Promosso da: Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Movimento Nonviolento, Forum Nazionale Servizio Civile, Forum Nazionale dei Giovani, Sbilanciamoci, Forum Terzo Settore, Tavola della Pace, MIR
info: www.cnesc.it/alleanza
ArciReport, 5 febbraio 2013